Sinossi
Dopo un viaggio durato mesi in giro per gli Stati Uniti, per dimenticare un amore finito male, Bea è tornata a Thousand Oaks, in California, decisa a riprendere in mano la sua vita e a ripartire camminando sulle proprie gambe. Altro giro di boa, come direbbe lei. Ormai ha le idee chiare: l’amore ha un effetto distruttivo, il solo pensiero di venire abbandonata ancora la terrorizza. L’unica soluzione possibile è evitare ogni tipo di legame. I secondi appuntamenti sono banditi dalla nuova vita. Ma l’incontro inatteso con Nathan scombina le sue carte… Nathan è un chitarrista introverso, leader di una band in ascesa nell’olimpo del rock. Quella che nasce tra loro è all’inizio solo una timida amicizia. A Bea piace Nathan, ma è diffidente, dubbiosa, e decisa per una volta a non cedere alla tentazione. Ma anche lui è determinato: ad averla. Paura, desiderio di fuga, timore di essere lasciata e bisogno incontrollato della presenza di chi ama: con tutto questo deve fare i conti Bea… È possibile vincere se stessi e imparare ad amare senza soffrire?
Un libro con pessime recensioni
Tu cerchi l'amore, il problema è solo questo, vivi nella speranza di trovarlo e adatti ogni situazione, ogni uomo che incontri, ogni coincidenza a quella speranza. E fraintendi quello che dicono o scrivono. Uomini e donne usano una frequenza diversa.
Già l'autrice stessa in vari post e nei ringraziamenti aveva detto e ripetuto di dimenticare il suo più grande successo 'L'uragano di un batter d'ali' prima di approcciarsi a questo libro, ed è esattamente ciò che si deve fare.
E' un libro sull'amore ma che ne guarda un'altra prospettiva, la parte obiettiva, che analizza l'approccio amoroso e le sue conseguenze sotto un altro punto di vista, quello razionale, che va oltre l'abbaglio e ne guarda la concretezza e le reali possibilità di riuscita.
La realtà è come la vogliamo interpretare. Non esiste alcun segnale cosmico, metafisico, nessun segno del destino. Esiste la realtà, quella è la verità. I fatti.
Io penso che sia un romanzo che non può essere letto da chiunque ed in qualsiasi momento, perché se lo si legge nella fase 'rose e fiori' di un rapporto non ne si può cogliere il senso. E' un libro che può esser compreso solo da chi ha preso una mazzata enorme dall'amore ed ha alzato muri e barriere talmente alte che non riesce ad avere altri occhi per poter guardare ed analizzare. Perché poi, alla fine, cosa c'è di così sbagliato nel proteggersi e difendersi dal dolore? Evitare di cadere in una buca scavata ad hoc da 'truffatori sentimentali''. E qui entrano in gioco una serie di fattori, la paura di soffrire, di restare sconfitta, di provare nuovamente quel dolore lancinante al cuore, tanto forte da morirci. La paura ti fa fare cose assurde e ti proteggi, e ti chiudi e rischi di non uscirne più.
L'amore è solo una follia, emozioni che ti mandano in tilt, una malattia sociale, cronica, poi idealizzata, romanzata, e noi donne siamo solo delle povere crocerossine che invece di un Santo Gral da offrire abbiamo solo una flebo di insicurezze.
Non è un libro anti amore, ma uno di quei libri scritti da un'autrice sicuramente in un periodo particolare, che se pensa a Romeo & Giulietta non ne guarda l'amore immenso ma constata la parte reale, ossia che è un'amore durato 3 giorni ed ha causato 5 morti.
Io a dire il vero mi sono rispecchiata moltissimo in Bea, però mi rendo conto che solamente chi ha SOFFERTO VERAMENTE può capire... perché è pur vero che di amore non si muore, ma la sofferenza apporta in te grandi cambiamenti, i muri e le barriere di cui parlavo prima ed i tuoi occhi perdono la percezione della vista della magia in alcuni atteggiamenti e ti portano a vedere le cose per come sono... spesso, mezzi per ottenere un fine....
Ed allora senza paraocchi VEDI, e vedi cose che chi è abbagliato non riesce a vedere, hai una percezione diversa delle cose, e perdi piano piano l'idea della favola... Quindi provi a dire ciò pensi e dai un'analisi reale e concreta, senza la limitatezza donatati dell'amore, e si può dar l'impressione di essere cinici e privi di sentimenti. Io non penso che sia così perché essere obiettivi non vuol significare necessariamente essere senza cuore, ma semplicemente vedere le cose per come stanno.
Perché purtroppo non è un'utopia che gli uomini non sono tutti dei santi, e chi ne ha incontrato qualcuno, se è un po' scaltro impara a riconoscerli e cerca di evitarsi ed evitare fregature.
L'Amore di serie A è l'obiettivo di tutti.
Arriva quando è il momento giusto, quando tutto è a posto.
Quando entrambi sono pronti.
Ed è inutile dannarci la vita alla ricerca spasmodica dell'altra metà della mela, io penso e credo che le cose arrivano quando devono arrivare e non c'è nulla che ci aiuta a trovarlo prima e non c'è ostacolo insormontabile da superare. Arriverà e lo riconoscerai, ed allora sarai pronta, anche a mettere i gioco il cuore ammaccato che ti è rimasto...
Ho divagato, lo so... ma tornando al libro ed a Nathan, io l'ho visto per quello che è, uno di quegli uomini che non hanno l'ardire delle proprie azioni, che alla fine ha sacrificato quello che poteva essere davvero l'Amore di serie A, solo per codardia e come molti si troverà a vivere una vita che non vuole, solo perché non ha avuto l'audacia di prendere in mano la propria vita e cambiarne il corso di eventi che possono sembrare scritti, ma non lo sono, perché nella vita nulla è definitivo, bisogna solo avere coraggio, di andare avanti, di ricominciare, di capire, di imparare, di riprovarci... perché la vita è una sola e dovrebbe essere vissuta alla ricerca della VERA felicità e non in funzione della mediocrità che a volte ci capita!
Una cosa è pur certa, e bisogna vivere sempre in funzione di questo:
Durante tutta la lettura mi balzava sempre in mente un passo tratto dal film 'La verità è che non gli piaci abbastanza', che è davvero un mantra per me, un mantra che secondo me tutte le donne che si trovano dinnanzi a stronzi cosmici dovrebbero tenere ben a mente.
Tu non sei l'eccezione. Tu sei la regola.
E la regola dice che se un uomo non ti chiama, è perché non vuole chiamarti. Se ti tratta come se non gliene fregasse un cazzo, è perché non gliene frega un cazzo. Se ti tradisce, è perché non gli piaci abbastanza. Non esistono uomini spaventati, confusi, disillusi. Non esistono uomini tragicamente segnati dalle passate esperienze, bisognosi d'aiuto, bisognosi di tempo.
Gli uomini si dividono in due categorie soltanto: quelli che ti vogliono e quelli che non ti vogliono. Tutto il resto è una scusa.
E Tu, tu Donna, di mestiere fai l'avvocato, la commessa, la cameriera, l'insegnante, la casalinga, la commercialista, la modella, la ragioniera, l'attrice, la studentessa. Non la crocerossina. Quindi aspetta che sia lui a chiederti di uscire. Perché va bene la parità dei sessi, le quote rosa, e l'eguaglianza dei diritti. Ma i tempi non sono poi così cambiati. Gli uomini restano pur sempre dei cavernicoli, sia pure incravattati, e come tali adorano il sapore della conquista.
Tieniti lontana dagli uomini sposati. Non lasceranno la moglie per te. Meno che mai lasceranno i figli per te. E non credere alla storia dell'amica della sorella di tua cugina, appena convolata a nozze con quello divorziato.
Tu non sei l'eccezione. Tu sei la regola.
Al bando quelli che ti costringono ad aspettare ore accanto ad un telefono che non suona.
Non hanno perso il tuo numero. Non hanno investito un cane. Non hanno appena scoperto di avere un tumore alla prostata. Probabilmente sono al telefono con un'altra. Oppure sono gay.
Fanculo quelli che non declinano i verbi al futuro. Non sono analfabeti. Semplicemente non vogliono impegnarsi. Perché non gli piaci abbastanza.
Li riconosci facilmente. Girano con un cartello appeso al collo, e la scritta: "Ci stiamo frequentando". Quando la senti, scappa.
Non consumare le tue belle scarpe nuove (e neppure quelle vecchie) per correre dietro un uomo che non ti vuole. Usale, piuttosto, per prenderlo a calci in culo. Impara l'arte dell'essere donna.
Impara l'arte di ottenere dagli uomini quello che desideri, non sbattendo i piedini, ma facendogli credere che siano stati loro a decidere.
Impara a scegliere, invece che essere scelta.
Grazie a Sara Tessa,
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