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giovedì 10 settembre 2015

8 DICEMBRE -> Before di Anna Todd, After #5 (in lingua originale)



Fans della serie After? ACCORRETE!!!
E' stata confermata dall'autrice l'uscita di 'Before' il 5° e conclusivo capitolo della storia di Tessa & Hardin, raccontato dal PoV del nostro beneamato...


Ed ecco a voi... il 1° capitolo di 'Before'...

SPOILER


Capitolo 1

La neve cadeva, imbiancando l'asfalto, mentre lui era seduto nel parcheggio, da solo. Le mani stringevano il volante della sua vecchia Ford Capri e riusciva a malapena a vedere con chiarezza, figuriamoci a pensare. Come aveva potuto farlo? Come poteva essersi spinto tanto oltre? Non era sicuro, ma sapeva, sentiva in fondo dentro di sé, che non avrebbe dovuto farlo e sapeva che se ne sarebbe pentito. Se ne stava già pentendo.
Lei doveva essere una facile preda. Una bella ragazza con un sorriso innocente e gli occhi di un colore strano che non avrebbero dovuto avere alcun significato per lui. Non avrebbe dovuto innamorarsi di lei e lei non avrebbe dovuto fargli venir voglia di diventare una persona migliore. Lui credeva di stare bene prima, se la cavava benissimo, prima di commettere il bellissimo errore di permetterle di diventare tutto il suo mondo. Però lui   l'amava, l'amava così tanto che era terrificato dall'idea di perderla, perché perdere lei avrebbe significato perdere se stesso e lui non poteva sopportare di perdere qualcosa, dopo aver trascorso tutta la vita senza aver niente da perdere.
Mentre le sue dita stringevano più forte e le nocche diventavano bianche contro il volante nero, i suoi pensieri si facevano più confusi. Lui diventava più irrazionale e disperato e si rese conto in quel momento, col silenzio del parcheggio vuoto a soffocare le sue paure, che avrebbe fatto qualsiasi cosa, assolutamente qualsiasi cosa per poterla tenere per sempre.

TRE MESI PRIMA..

Gli ultimi giorni della pausa estiva sono sempre i migliori. Sono tutti fottutamente sfrenati, cercando di vivere al massimo l’ultimo minuto dei loro progetti e aspirazioni estive. Le feste si fanno più affollate, le ragazze si scatenano e anch'io non vedo fottutamente l’ora che inizi il semestre. Non perché sia una matricola idiota, emozionato per le meraviglie del mondo universitario. No, ma perché se gioco bene le mie carte, mi laureerò in primavera, con un intero anno d’anticipo.
Non male per un delinquente che nessuno si sarebbe mai aspettato avrebbe frequentato l’università. Mia mamma era così terrorizzata per il mio futuro, che mi ha spedito dall’altra parte del mondo nel grande stato di Washington, dove vive mio padre. Ha usato la scusa del cazzo che voleva che io mi “riconnettessi” con lui, ma non mi sono fatto fregare. Sapevo semplicemente che non poteva né voleva più sopportare le mie merdate, quindi eccomi qui.
"Hai quasi finito?” Capelli rosa e labbra gonfie alza lo sguardo su di me tra le mie gambe. Avevo quasi dimenticato fosse qui...
“Sì.” Stringo le mani attorno alle sue spalle e chiudo gli occhi, lasciando che il piacere fisico che mi sta procurando prenda il sopravvento. Una distrazione, ecco cos’è. Tutte lo sono.
La pressione nella spina dorsale cresce, e cerco di fingere che mi piaccia la sua compagnia più del piacere sessuale, mentre vengo nella sua bocca calda. Alcuni secondi dopo, si pulisce le labbra con il dorso della mano, e si alza in piedi.
“Sai” Molly prende la sua borsa, tirando fuori un rossetto.
“Potresti almeno fingere di essere interessato, stronzo.”
“Infatti.” Mi schiarisco la voce. “Sto fingendo.” La schernisco. Lei alza gli occhi al cielo e mostra il dito medio. Sono interessato, almeno sessualmente. È una scopata abbastanza buona, e a volte una bella compagnia.
“Coglione.” Mormora, richiudendo il rossetto. Stava meglio con le labbra naturalmente rosa, labbra gonfie per aver avuto il mio cazzo in bocca.
Molly è tra le mie conoscenze. Cioè, un'amica di letto direi, la nostra “amicizia” non è esclusiva, assolutamente, e abbiamo entrambi piena libertà di fare cosa, o chi, cazzo ci pare. Lei mi odia la metà del tempo, ma mi va bene. La cosa è reciproca.
Il resto dei nostri amici ci rompe le palle per questo, ma funziona. Io sono annoiato e lei è qui, è brava a fare pompini e dopo non rimane a lungo. Situazione perfetta per me, e per lei, mi pare.
“Ci sarai stasera, per la festa?” Mi chiede.
Mi alzo anch'io, mentre mi infilo i boxer e i jeans. “Vivo qui, no?” Alzo un sopracciglio. Odio questo posto e mi ritrovo ogni giorno a chiedermi come cazzo ho fatto a finire in una confraternita.
Quel pezzo di merda del mio donatore di sperma. Ecco come. Ken Styles è un coglione con il massimo dei voti, della peggior specie. Alcolizzato testa di cazzo per tutta la mia infanzia, solo per dare una svolta alla sua vita per magia e, forse, risposare una donna con un figlio di soli due anni più piccolo di me.
La sua seconda occasione, suppongo. Lui si prende una fottuta seconda occasione e io guadagno di stare in una stupida confraternita del cazzo in un college del quale lui ha praticamente il controllo. La stupida confraternita del cazzo ha anche i suoi vantaggi immagino. Una casa enorme con feste quasi tutte le sere, un flusso costante di fica infinita e, la parte migliore, nessuno si azzarda a fottermi.
A nessuno degli stronzetti di questa confraternita sembra importare che io non faccia un cazzo per rappresentare la casa. Non indosso le loro stupide felpe né attacco i loro stupidi adesivi sul parabrezza della mia auto. Non partecipo a nessuna di quelle stronzate del volontariato, e sicuro come la morte non me ne vado in giro a urlare il nome di questa merda. Fanno delle cose giuste per la comunità, ma quando non te ne fotte un cazzo della comunità, non ti importa niente.
Quando guardo intorno alla stanza, è vuota. Molly se ne dev’essere andata senza che me ne accorgessi. Prendo il mio cellulare e le chiavi dalla libreria vuota nell’angolo della stanza e apro la finestra per far entrare un po’ d’aria prima di riutilizzare la camera stasera. Tutte queste stanze vuote nella casa sono a mio favore, non sopporto di avere persone nella mia stanza. È troppo personale o qualcosa del genere, non lo so, ma non mi piace, e in un modo o nell’altro, tutti hanno imparato a non andare nella mia stanza.
Appena giro la chiave nella serratura, Louis barcolla in fondo al corridoio, una ragazza bassa con i capelli ricci sotto braccio. Lei non fa segreto sulle cose che ha intenzione di fargli e io non nascondo il mio disgusto.
“Prendetevi una dannata camera.” Urlo. Lei ridacchia e lui alza il medio. È così che funziona da queste parti. Tutti mi ignorano o semplicemente mi dicono di andarmene a fanculo, in un modo o nell'altro. Mi sta bene, non mi importa degli altri comunque. Preferisco molto di più starmene seduto qui, nella mia camera, da solo, in attesa del prossimo sballo artificiale. 
Lascio la traccia delle dita sugli scaffali polverosi della mia libreria. Non riesco a decidere quale romanzo ho voglia di leggere al momento, Hemingway forse? Può darmi una buona dose di cinismo. Bronte? Mi sarebbe utile una storia d’amore disfunzionale e piena di stronzate, ora come ora. Prendo Cime tempestose e scalcio via gli stivali dai piedi, prima di stendermi sul letto. 
Non so cosa c’è in questo romanzo che mi porta a leggerlo e rileggerlo così tante dannate volte, ma mi ritrovo sempre a sfogliare le pagine di questo racconto oscuro. È davvero incasinato, due persone che si avvicinano e poi si allontanano, distruggendo se stessi e tutti quelli intorno a loro perché troppo egoisti e testardi per rimettere le cose a posto. 
Per me, questo è il miglior genere di fottuta storia. Voglio provare qualcosa leggendo e i romanzi sdolcinati, pieni di rose e arcobaleni mi fanno venir voglia di vomitare sulle pagine e dopo bruciare le prove. 
“Cazzo, sì.” Sento la voce di una ragazza gridare attraverso le pareti sottili come la carta. 
"Chiudi quella cazzo di bocca!” Sbatto un pugno contro il legno vecchio, prendo un cuscino e me lo premo contro le orecchie. 
Un altro fottuto anno. Un altro anno di corsi del cazzo e facili esami. Un altro anno di feste noiose piene di gente a cui importa troppo di cosa gli altri pensano di loro. Un altro dannato anno da stare per conto mio e potrò riportare il mio culo a Londra, il  mio posto è lì.



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