Svelata la cover di Per Addestrarti, quarto romanzo della serie dark contemporanea Blood Bonds di Chiara Cilli, realizzata dalla straordinaria Regina Wamba di Mae I Design and Photography ❤ Ora vi lascio alla trama e al corposo estratto!
Titolo: Per Addestrarti
Autrice: Chiara Cilli Serie: Blood Bonds #4
Genere: Dark Romance Editore: Selfpublishing Data di uscita: TBA
Credevo di sapere chi fossi. Cosa fossi.
Credevo di non avere più scampo, che la mia resistenza fosse ormai giunta al termine.
Poi ho sentito la sua voce pronunciare il mio nome.
Poi i suoi occhi hanno risposto al richiamo dei miei.
Non ha paura di me. Si avvicina. Mi parla. Mi tocca come se le appartenessi. È folle.
Lui è l’unica chance che ho per restare viva. Devo far sì che gli importi di me. Che sia lui ad avvicinarsi.
Ma non riesco a starle lontano.
Ma gli basta sfiorarmi perché perda di vista l’obiettivo.
L’arrivo della Regina è vicino.
Dovrò scegliere.
La sottomissione.
O la lama di André Lamaze.
Qualunque sia la sua decisione, finalmente dirò addio alla mia piccola rossa.
LEGGI L'ESTRATTO
«Allora dove stiamo andando?» volli
sapere.
In palestra, per brutalizzarmi davanti
alle altre ragazze? Per usarmi come monito?
André si bloccò di soprassalto e si
voltò per assalirmi. «Devi per forza parlarmi, vero?»
Senza riflettere, feci per replicare
con lo stesso tono, ma ritrovarmi la sua faccia a una spanna dalla mia mi mozzò
le parole in gola.
«Era una cazzo di domanda retorica»,
ringhiò, gli occhi che sputavano fiamme.
Il mio respiro era così furente che
probabilmente anch’io avrei soffiato fuoco dalle narici, se avessi potuto.
«Scusa», mormorai con palese ostilità.
Il suo sguardo analizzò minuziosamente
ogni centimetro del mio viso. «Se ti tagliassi la lingua avrei un problema in
meno», borbottò.
Avvampai per la rabbia. «Prov…»
Di scatto la sua mano si serrò sulla
mia mascella, chiudendomi la bocca con uno schiocco doloroso. Con il pollice
premette così forte sulle mie labbra da farmi male.
«Devi stare zitta», scandì con voce
pericolosamente bassa.
Assentii con un gemito soffocato, il
panico che navigava a vele spiegate in me e mi ghiacciava dall’interno.
Appena André mollò la presa, la
collera, nascostasi in un angolo nel momento in cui lui mi aveva toccato, tornò
a manifestarsi con prepotenza sul mio volto. Un luccichio predatorio balenò nei
suoi occhi, ed ebbi l’impressione che l’aria tra di noi fosse carica di
elettricità.
Una tensione che mi accapponava la
pelle.
Una tensione che mi attirava
inesorabilmente verso di lui.
Gli guardai le labbra. Erano pallide come
la sua carnagione, leggermente dischiuse.
Un invito.
Una trappola.
La mia rovina.
Mi resi conto di essermi sporta verso
di esse solo quando André girò di colpo sui tacchi e riprese a marciare lungo
il corridoio. Rimasi dov’ero, le palpebre che sbattevano convulsamente, il
cuore un piccolo martello pneumatico nel petto.
«Ti dispiacerebbe seguirmi?» sbraitò
lui, la voce che rimbombava tra le pareti. «O devo fracassarti le ginocchia e
trascinarti in palestra per i capelli?»
Mi riscossi con una scrollata di spalle
e accennai una corsetta per raggiungerlo. Tampinandolo, replicai: «Se mi
rompessi le ginocchia, a quel punto sarei veramente inutile». E sarei stata
eliminata in un battito di ciglia.
«Vedo che hai afferrato».
Un brivido di paura mi investì.
Arrivammo in prossimità della porta a
doppio battente che conduceva alla palestra e André tese una mano verso una
delle due grosse maniglie dalla forma gotica.
Mi frapposi tra lui e l’uscio con
piglio quasi guerrigliero. «Non ti libererai così facilmente di me».
Il suo sguardo.
Oh mio Dio.
Divenne puro, letale ghiaccio. Ne
percepii la potenza scorrermi sulla pelle come una lama desiderosa di incidere,
sporcarsi di rosso. Come un’entità maligna che mi permeava pian piano per
risucchiarmi.
Ora fu lui ad osservarmi la bocca, in
un modo che mi tolse il fiato. Poi mi si avvicinò. Si chinò fino a sfiorarmi la
punta del naso con la sua, e il suo respiro si fuse con il mio.
«Suona come una minaccia, Nadyia»,
mormorò.
Non c’era nulla di sensuale nel suo
tono affilato, tuttavia ne fui così sedotta che sollevai impercettibilmente il
viso per lambirgli il labbro inferiore con il mio. Prima che accadesse, però,
André raddrizzò la testa quel tanto che bastò affinché la mia bocca scivolasse
sul suo mento.
Sibilò.
Pervasa da una brama pericolosa, feci
per tirare fuori la lingua e scoprire il suo sapore, ma lui fu lesto nel
ghermirmi per la gola e staccarmi da sé. Boccheggiai per lo spavento, per poi
accorgermi che la sua morsa non era tale da impedirmi di respirare.
Che la sua fronte era sulla mia.
Sconvolta, fissai le sue palpebre
strizzate, i tratti del volto contratti in una smorfia sofferente e rabbiosa. Quando riaprì gli occhi,
ebbi la sensazione di morire, tanto erano penetranti.
«Non… farlo mai più», disse,
minaccioso.
Non risposi subito. Allora lui serrò le
dita, facendomi ansare. «No», promisi in un soffio.
Lasciò ricadere la mano lungo il
fianco.
Ma nessuno dei due si mosse.
Tenni lo sguardo fisso davanti a me,
sul lembo di petto che lo scollo a V della sua maglia lasciava scoperto. Il suo
odore mascolino mi riempì le narici, scombussolandomi ancora di più. Il suo
respiro pesante mi smuoveva i capelli in cima alla testa, inviandomi brividi
lungo la spina dorsale.
Improvvisamente, non volli più stargli
così vicino.
Era troppo.
Dovevo spostarmi.
Allontanarmi.
Non lo feci.
* Il testo non è ancora stato soggetto a editing e potrebbe subire delle modifiche.
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L'AUTRICE
Nata il 24 Gennaio 1991, Chiara Cilli vive a Pescara. I generi di cui scrive spaziano dal Dark Fantasy e Dark contemporaneo all'Erotic Suspense. Ama le storie d'amore intense e tragiche, con personaggi oscuri, deviati e complicati.
Nel blog della stessa autrice :
Thank you so much ♥ :D
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