La notizia più attesa... la notizia più sperata... l'arrivo del capitolo numero 5 ed ultimo della serie Crossfire, Insieme a te (One with you) di Sylvia Day in lingua originale il 05 APRILE 2016 ed in Italia per il 19 APRILE 2016!!!!
SINOSSI
Gideon Cross. Innamorarmi di lui è stato la cosa più semplice che abbia mai fatto. E’ successo in un istante. tempCompletamente. Irrevocabilmente. Sposarlo è stato un sogno divenuto realtà. Rimanere sposato con lui è la battaglia della mia vita. L’amore ti trasforma. Il nostro è sia un rifugio dalla tempesta ma anche la tempesta più violenta. Due anime distrutte intrecciate come una sola. Abbiamo denudato l’uno all’altro i nostri più profondi e brutti segreti. Gideon è lo specchio che riflette tutti i miei difetti…. e tutta la bellezza che non riuscivo a vedere. Lui mi ha dato tutto. Adesso, devo provare che io posso essere per lui la roccia, il rifugio così come lui lo è per me. Insieme, possiamo cercare di lottare contro coloro che stanno così ferocemente provando di mettersi in mezzo a noi. Ma la nostra battaglia più grande potrebbe essere proprio quella che si trova in quelle promesse che ci danno la forza. Impegnarsi di amare è stato solo l’inzio. Lottare per esso potrà liberarci…. o separarci
IL PRIMO MEGA ESTRATTO DAL LIBRO
Quando le cinque finalmente arrivarono, presi l’ascensore per salire nel cuore della Cross Industries. Mentre la cabina compiva la sua rapida ascesa, il battito del mio cuore cresceva in sincrono. Dopo aver trascorso gli ultimi giorni ad evitare l’unica cosa al mondo alla quale non potevo resistere, ora stavo andando direttamente da lui.
La libertà insita in questo fatto era esilarante.
Uscii con disinvoltura dall’ascensore all’ultimo piano, canticchiando un motivetto. Feci persino un sorriso genuino alla receptionist mentre aspettavo che lei mi aprisse le porte a vetri di sicurezza. Ci fu un secondo in cui registrai il modo in cui lei mi guardava con disgusto, poi lo spazzai via. C’erano molte persone che non volevano che io e Gideon stessimo insieme.
Potevano andare tutte a fanculo. Teste di cazzo.
Registrai inoltre i modi in cui le teste si giravano a seguirmi mentre mi avvicinavo all’ufficio di Gideon. Sguardi curiosi. Non potevo biasimarli. Per prima cosa stavo praticamente danzando mentre camminavo alla fine di una giornata d’affari, quando il ritmo frenetico del lavoro in città lasciava la maggior parte dei Newyorkesi prosciugati. E per seconda, Gideon Cross era un enigma. Chiunque voleva sapere come fosse la sua vita privata e io ne ero il nucleo.
Quando girai l’angolo ed entrai nella reception dell’ufficio di Gideon, Scott si alzò a salutarmi. Finemente vestito con una camicia azzurra e un paio di pantaloni blu navy leggeri, era la prima salva nell’impressionante arsenale delle impressioni che uno poteva ricevere quando incontrava Gideon.
Dietro di lui c’era il muro di vetro che separava l’ufficio di Gideon dal resto del piano. Quando era chiaro, i visitatori potevano vedere Gideon al lavoro contro lo skyline di Manhattan, il suo corpo alto, snello e potente che dominava l’occhio nonostante la vista multimilionaria che lo incorniciava. Ma ora, però, il vetro era opaco, cosa che rallentò i miei passi.
“È occupato?” chiesi.
Ma Scott aveva già alzato il telefono. “Miss Tramell è qui per lei, Mr Cross.”
E proprio così, semplicemente, la porta si aprì scivolando e mi invitò ad entrare.
Sorrisi. “Grazie, Scott.”
I suoi occhi luccicarono “Quando vuole.”
Con rinnovato eccitamento entrai nell’ufficio di Gideon. Poi rallentai di nuovo. Non era da solo.
Gideon era mezzo seduto sul bordo anteriore della sua scrivania, le sue cosce potenti che forzavano la vestibilità perfetta dei suoi pantaloni neri. La sua giacca appesa al solito posto sull’attaccapanni lo lasciava vestito solo con un gilè nero e una camicia bianca candida. Le punte dei suoi capelli neri che sfioravano il colletto della camicia e la linea scolpita della sua mascella, la cornice perfetta per quell’incomparabile viso che era immediatamente riconoscibile da chiunque.
Nelle mani aveva una foto. E in piedi abbastanza vicina da sfiorarlo c’era Corinne Giroux, la donna che aveva quasi sposato. Lei era tutta gambe e impressionante come mio marito, i capelli scuri e lucidi come i suoi, il suo viso di una bellezza classica. Indossava un vestito rosso senza spalline che mostrava una pelle simile a una ricca crema pallida.
Odiavo come la vista di lei mi faceva sentire lo stomaco annodato. Non era più una minaccia. Lo sapevo ormai. Ma erano le mie stesse insicurezze che mi indebolivano. Ma ci stavo lavorando.
La testa di Corinne si sollevò e il suo sguardo color acqua si posò su di me. la linea delle sue labbra di indurì per un momento, poi si incurvò in un sorriso tagliente come un rasoio. “Ciao, Eva.”
Gideon si raddrizzò a suo modo, che era al tempo stesso elegantemente potente e pericolosamente sexy. Lasciò cadere la foto in un piccolo contenitore rosso che stava sulla sua scrivania e venne verso di me, le sue lunghe gambe si mangiarono la distanza tra di noi.
Angelo.
Non lo disse ad alta voce, ma vidi le sue labbra formare la parola, e ne sentii l’impatto nel modo in cui mi guardava. Le sue mani cercarono le mie, e le strinsero.
Mi spostai per guardare oltre lui. “Corinne.”
Lei stava cercando la sua borsa, che stava appoggiata sulla scrivania vicino alla scatola rossa. “Devo scappare. Quelle copie sono per te, Gideon.”
Potevo capirlo dal suo peso che il suo sguardo non lasciò mai il mio viso. “Prendile con te.” Il velluto ruvido della sua voce mi fece venire i brividi. ”Non le voglio.”
“Dovresti finire di rivederle.” Disse lei, avvicinandosi.
“Perché?” la guardò quando ci affiancò , i suoi occhi blu sottilmente freddi come aghi di ghiaccio. “Se avessi qualche interesse a vederle, posso sempre trovarle nel tuo libro.”
Il sorriso di lei si tese di nuovo. “Addio, Eva, Gideon.”
Se ne andò, lasciandosi dietro una tensione tangibile. Era difficile per me , immaginarmi loro due chiusi nell’ufficio di Gideon insieme, il vero oscurato per avere privacy mentre guardavano le immagini dei loro momenti insieme.
Gideon fece un altro passo verso di me, portando i nostri corpi così vicini che nemmeno un foglio di carta ci sarebbe scivolato attraverso. Mi prese l’altra mano con la testa piegata verso di me.
“Sono lieto che tu sia venuta.” Mormorò, mentre con le labbra sfiorava la mia fronte. “Mi manchi così tanto.”
La profondità del suo amore era convogliata nel suo tono e io mi immersi in esso, chiudendo gli occhi.
La sua presa sulle mie mani si strinse. “Stai bene?”
“Si, sto bene, solo che non mi aspettavo di vederla qui.”
“Nemmeno io.” Si fece indietro, aggrappandosi alle mie mani finché la distanza crescente non ci divise. La sua riluttanza a lasciarmi andare, ad allontanarsi corrispondeva a come mi sentivo io. C’era un senso di disperazione, pesante e doloroso. Il tempo che avevamo trascorso divisi ci aveva scosso entrambi.
Lo guardai avvicinarsi alla scrivania, mettere il coperchio alla scatola e buttarla nel cestino dei rifiuti. Non mentirò, volevo vederle. Il desiderio di farlo era così forte che dovetti combattere la volontà di reclamare la scatola.
Ma non lo feci. Per la stessa ragione per cui avevo proibito a Gideon di guardare il video del mio periodo con Brett. I nostri ex erano nel nostro passato e dovevano restarci.
Cosa che non significava che non avessi intenzione di dire due paroline a Corinne.
Gideon spinse il bottone che chiudeva di nuovo la porta del suo ufficio.
“Ho lasciato il mio lavoro.” Gli dissi. “Venerdì sarà il mio ultimo giorno”
Il suo volto non fece trasparire nulla, ma qualcosa di bollente infiammò il suo sguardo. “Lo hai fatto davvero?”
“Si.”
Ritornò alla posizione in cui era quando ero entrata, appoggiandosi indietro contro il vetro fumè della sua scrivania. “E adesso quali sono i tuoi prossimi piani?”
“Ho un matrimonio da organizzare.” E alcuni capi sciolti da riannodare. Ma ci arriveremo più tardi.
“Ah.” Un piccolo sorriso gli affiorò sulle labbra e mi provocò i brividi nelle vene. “Buono a sapersi.”
Mi richiamò più vicino a se piegando il dito.
“Incontrami a metà strada.” Replicai.
Ci incontrammo nel centro della stanza
“È questo quello che vuoi?” mi chiese tranquillamente, con lo sguardo che cercava il mio viso.
“Tu sei quello che voglio. Il resto è solo logistica.”
Si bagnò le labbra con una lenta passata della lingua e io quasi gemetti ad alta voce. Stare lontano dal suo letto mi stava uccidendo. Ma doveva essere fatto.
Eppure, non potei resistere e sollevai la mano per scostare una ciocca ribelle dei suoi capelli neri dalla fronte. Quando mi resi conto di quello che stavo facendo cercai di fermarmi, sapendo che ogni tocco ci riportava giù per un sentiero pericoloso di tentazione.
Gideon catturò il mio polso a mezz’aria. Un momento dopo la sua guancia era premuta contro il mio palmo , i suoi occhi chiusi mentre assorbiva il mio tocco. Le sue narici si dilatarono mentre inalava l’odore del mio profumo.
Bruscamente, la tensione che aveva irrigidito la sua postura lo abbandonò. La sentii andare via. Di più, sentii anche qualcosa spostarsi dentro di me.
La potenza di tutto ciò mi fece girare la testa.
Con un singolo tocco potevamo centrarci l’un l’altra.
Questo era quello che avevamo. Questo era quello per cui stavamo lottando.
E noi avevamo intenzione di vincere.
Non vedo l ora che esca il quinto!
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